Nella lettera del mese di marzo il Direttore generale fa il punto sugli eventi svoltisi in Piemonte inerenti la vita del CNOS-FAP, la formazione professionale salesiana, ed una considerazione sull’emergenza Corona Virus, che stiamo vivendo ormai dal alcune settimane.
Il 13 febbraio si è svolta l’Assemblea dei Soci dell’Associazione CNOS-FAP Piemonte, nell’appuntamento annuale previsto dallo Statuto, in cui è stata approvata la relazione del Presidente. Con essa anche il bilancio consuntivo e preventivo che indicano uno stato di buona salute complessivo dell’Ente, sia per la solidità economica che per le numerose attività che svolge coerentemente con la “mission” che ha la formazione professionale salesiana. L’Associazione ha intrapreso un cammino di rinnovamento in questo periodo, momento favorevole per le ristrutturazioni che vanno fatte quando una azienda è in buona salute. E per questo l’Assemblea ha individuato dei punti di attenzione che riguardano la revisione e semplificazione del modello organizzativo e amministrativo-gestionale, l’attenzione ad un mercato del lavoro che richiede competenze specifiche rinnovate e contemporaneo sostegno ai giovani più fragili e bisognosi, la formazione del personale, sia operativo che direttivo.
Nella seconda metà di febbraio si è svolto al Colle Don Bosco il Convegno nazionale di Formazione Professionale, Pastorale ed Educazione, una tre giorni nella quale sono stati approfonditi il tema dell’educazione integrale nei nostri CFP – Centri di Formazione Professionale. Hanno partecipato 120 operatori della Formazione Professionale Salesiana, tra i quali 29 del CNOS-FAP Piemonte. Sono emersi molti spunti per il cammino futuro.
Abbiamo ribadito che la Formazione Professionale è uno strumento importante per l’aiuto e l’accompagnamento dei giovani e abbiamo ascoltato esperienze di recupero e di successo.
Ci siamo detti che non dobbiamo rinunciare a proporre impegni “alti” ai ragazzi, evitando di abbassare l’asticella, perché solo puntando in alto si aiutano le persone a crescere.
Direi che la cosa più importante che è emersa è la necessità di lavorare in equipe. Non esiste educazione solitaria. La buona educazione nasce da una famiglia unita, da una comunità che si confronta e agisce in modo unitario, che riflette e prega insieme per essere testimonianza per gli allievi.
In questa lettera non posso non fare un cenno all’emergenza Coronavirus. Ci fa capire quanto siamo interconnessi a livello mondiale. Non serve a nulla fare dei recinti, dire ‘voi state là e noi qua’, per essere preservati da ogni inconveniente. È necessaria sempre di più una collaborazione tra tutti i popoli/nazioni per cercare il bene di tutti.
Ci fa capire come siamo fragili. Abbiamo una tecnologia sempre più avanzata, un controllo medico preciso, ci sentiamo potenti, ma in realtà non siamo noi i controllori della nostra vita.
Chi determina la nostra vita? Il caso? altri uomini?…
Io pongo la fiducia in Dio Padre che conosce quanti sono i capelli del nostro capo (Lc 12,7).
Un augurio cordiale per questo mese di marzo e buona Quaresima.
Lucio Reghellin
Atti del “Convegno Nazionale di Formazione Professionale, Pastorale ed Educazione”: A che può servire questa stoffa?
Emergenza Corona Virus: disposizioni della Regione Piemonte