A Valdocco è tempo di esami di qualifica professionale

A Valdocco è tempo di esami di qualifica professionale

Piazza Maria Ausiliatrice è in discesa per chi arriva da Corso Regina Margherita, come fosse un teatro, il sagrato il suo palcoscenico e la Basilica a fare da fondale. Il tutto tra edifici perfettamente identici che ne delimitano il perimetro.


Antistante la Basilica c’è la statua di Don Bosco, posta nel 1916 per iniziative di alcuni ex-allievi che volevano festeggiare i 100 anni dalla sua nascita, che ricorreva il 15 agosto 1915, ma la prima guerra mondiale ne causò il ritardo.
Venne inaugurata poi il 23 giugno del 1920 e quest’anno ricorre il centenario.
Si attraversa la via e si accede alla cittadella: “la Casa Madre dei Salesiani”. Un complesso di edifici, cortili, sale coferenze, il negozio di libri e ricordini, due teatri, oratorio e le scuole con al centro le camerette dove ha vissuto Don Bosco. Ci sono ancora le piante di vite che ne decorano la facciata.
Si accede dalla nuova portineria situata alla destra della cancellata antistante, ma per gli allievi l’accesso è dal cancello, chiuso da più di 100 giorni a causa della pandemia di Covid-19.
Tornerà a riaprirsi tra pochi giorni perché sarà tempo d’esami di qualifica!
Il Centro di Formazione Professionale si trova all’interno del complesso, ma una volta dentro è necessario percorrere quasi un centinaio di metri prima di arrivare al suo ingresso effettivo. Si costeggia la Basilica per tutta la sua lunghezza, si attraversa il cortiletto antistante la cappella Pinardi, sulla destra l’altra statua di Don Bosco posta sotto le camerette, e a sinistra il corridoio che porta al CFP. Mancano un paio di settimane alla fine della scuola e per i ragazzi dell’ultimo anno del percorso di qualifica ci saranno gli esami.
Ci sarà la possibilità di rientrare al CFP e salutare formatori e compagni: non si sono persi di vista grazie alle video conferenze e alle attività a distanza, ma ritornare e potersi incontrare in presenza è un’altra cosa! In ogni caso una conclusione assolutamente imprevedibile dopo tre lunghi mesi vissuti lontano dai laboratori “elettrici, grafici, di cucina, di panificazione, pizzeria e pasticceria”. Dalle aule multimediali poste in tutti e quattro i piani dell’edificio che fa da confine fisico al “Primo Oratorio” che ha ingresso da Via Salerno.
Qui è tutto come lo hanno lasciato: pulito, sanificato ma silenzioso.
Tutto in ordine e perfettamente funzionante, ma tutto spento: video proeiettori, computer, Apple Macintosh, stampanti, macchinari, plc, planetarie, fornelli.
Solo qualche formatore attraversa il lungo corridoio di tanto in tanto mentre si avvia in un laboratorio perché ha un’ora di lezione da svolgere, ma rigorosamente a distanza!
Lo segue il rumore dei suoi passi che fatica a riconoscere, tanto è strano al suo orecchio il rimbombo nel deserto provocato dalla pandemia.
I ragazzi, gli esaminandi, entreranno come sempre dal cancello, che appunto tornerà ad aprirsi alle 8 del mattino. Non c’è il rischio che si perdano, di sicuro non hanno dimenticato la strada e nel caso c’è l’occhio attento di Don Bosco.
Troveranno sicuramente tutti i loro formatori ad aspettarli. Come il primo giorno. Come il giorno precedente al fatidico “lockdown”!
L’esame sarà l’atto conclusivo!
Il programma prevede la Festa finale come ogni anno e nonostante il corona virus la tradizione sarà rispettata con la diretta su YOUTUBE, organizzata dai formatori, dai ragazzi e dall’equipe educativa.
E sì perché anche la Formazione Professionale è scuola!
Scuola di vita.
Scuola di arte e di mestieri.
Scuola in cui si preparano onesti cittadini e buoni cristiani!

Incontriamo Marco Gallo, il direttore del CFP, per avere notizie sullo svolgimento degli esami e su come è andato il periodo di formazione a distanza. L’ufficio al piano terra precede la Tipografia Salesiana, quella storica, che si trova sempre nello stesso luogo d’origine e nel quale sono custodite gelosamente macchine da stampa perfettamente funzionanti.
Lui è un grafico formatosi al Bernardi Semeria, l’Istituto salesiano del Colle Don Bosco: immaginatevi come può sentirsi un ex-allievo salesiano del CFP ad essere qui nei panni di direttore addirittura dove tutto ha le sue origini!
Preferisce rispondere facendo due passi in cortile: atteggiamento tipico salesiano quando si deve parlare con un allievo!

La segreteria del CFP è aperta e passando si odono le voci delle colleghe, mentre una di loro sta rispondendo ad una richiesta di iscrizione ai corsi di formazione continua per occupati, almeno così intuiamo dalle parole, un corso di abbinamento cibi e bevande.
Tiriamo le somme:“Tutti promossi quest’anno come diceva il Ministro Azzolina, data la situazione?” Ci risponde così: “Intanto c’è l’esame in presenza, con una dimostrazione pratica in laboratorio e una prova orale nella quale si presenta anche il project work. Certamente terremo in conto le competenze acquisite nel periodo in presenza, ma anche come hanno vissuto e lavorato nel periodo di didattica a distanza. Siamo riusciti ad avviarla sin dai primi giorni di chiusura, come in tutto gli altri CFP del CNOS-FAP. In passato avevamo fatto della formazione specifica agli insegnanti sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici che le metodologie e quindi per noi la formazione a distanza non è stata una novità. Ma spostare tutta la formazione “sulla rete” e farla diventare didattica a distanza è stato un lavoro pesante, un grande sforzo, molto impegnativo, che tutti i formatori hanno prodotto e anche in tempi brevissimi. L’utilizzo delle applicazioni on line è una prassi consolidata anche per i ragazzi, che ricevono regolarmente un iPad all’inizio del periodo formativo ed una formazione specifica. Nell’uso dei device, in particolare lo smartphone, appartengono alla categoria dei nativi digitali e quindi non hanno avuto particolari difficoltà. Inconsapevoli di cosa sarebbe successo e dell’importanza che questi device avrebbero avuto, abbiamo integrato 44 iPad all’inizio dell’anno agli allievi che ancora non li avevano a disposizione.

Certo rimaneva la questione delle connessioni ad internet, i costi che le famiglie avrebbero dovuto sostenere, i tempi di utilizzo in caso di condivisione di queste risorse. Per questo abbiamo somministrato un questionario per conoscere le reali condizioni e le loro reazioni a quanto stava accadendo e siamo intervenuti a supporto per evitare che nessuno rimanesse indietro. Siamo riusciti a trasportare quasi tutto sulla rete, tranne la loro fisicità e la loro esuberanza che si possono sentire solo in presenza!
Così come il rumore delle pentole, le imprecazioni per un errore, il rimprovero per un ritardo, il sorriso per un buon voto dato e ricevuto.
Siamo stati loro vicini, con centinaia di mail inviate e ricevute, con le ore ed ore di video conferenza tramite google meet, con la scambio di materiali didattici e dei loro compiti tramite Google Classroom, con Whatsapp, o addirittura con il telefono quando magari abbiamo dovuto rincorrere qualche assenteista. La missione si può ritenere conclusa positivamente, ma non sarà mai in grado di surrogare o sostituire le attività di laboratorio.

I due passi ci portano davanti al laboratorio di Sala & Bar. “L’abbiamo intitolato a “Federico Martinotti, famoso enologo italiano, nativo di Villanova d’Asti, che inventò nel 1895 il metodo di spumantizzazione in grandi recipienti”, ci racconta con molta enfasi il direttore che nel frattempo ha anche conseguito la qualifica di sommelier, perché non si finisce mai di imparare se alla base c’è anche passione.

Lo chiamano dalla segreteria perché c’è da organizzare anche gli esami per i corsi dell’ITS Agroalimentare e quello dell’ITS Biotecnologie e poi bisogna preparare i laboratori per i corsi degli adulti della direttiva Mercato del lavoro, che ha lo scopo di riqualificare i disoccupati ed offrire loro una nuova opportunità di inserimento, perché riprenderanno le lezioni in presenza.

Tante attività quindi che fanno del Valdocco una sorta di Accademia, che mette insieme scuola media, centro di formazione professionale e scuola superiore post diploma, con tanto di collegio universitario.

 

Nino Gentile