E le donne trovarono che la pietra era stata tolta dal sepolcro Pasqua 2022

E le donne trovarono che la pietra era stata tolta dal sepolcro

Troppe volte nella vita ci pare di dover vivere da dentro un sepolcro.

Sono i sepolcri chiusi delle guerre, della povertà, della malattia, dell’emarginazione, dell’esilio come migranti in terra straniera, delle bombe che ti distruggono la vita e non sai nemmeno perché, né da dove arrivano.

È molte volte il sepolcro quello soft della vita di ogni giorno, senza prospettiva, senza speranza, senza lavoro, senza che il futuro riservi almeno alla fine del tunnel un po’ di luce. Da dentro questo sepolcro gridiamo e gridano i poveri di tutto il mondo, ma davanti una pietra chiude tutto. Nemmeno riesci a farti sentire, nemmeno speri di riuscire da solo a aprire quella porta che ti porterebbe alla luce.

Lo vediamo nei telegiornali, come nella vita di ogni giorno; lo vedeva don Bosco nella Torino dei suoi tempi, come oggi nelle vie delle nostre città così moderne e scintillanti: quanto buio nella nostra vita, quante pietre ci chiudono dietro a mura che ci opprimono e da cui evadere è impossibile.

Ma non è così!

Quasi un grido esplode nella mattina di Pasqua: la pietra è stata tolta, il sepolcro non è più luogo di buio, ma stanza in cui ti attendono gli angeli; la disperazione è sostituita dalla certezza che Cristo è risorto, che la vita è più forte, che il futuro che disperavi, invece è alla tua portata.

Anche noi CNOS-FAP, nel nostro piccolo vogliamo oggi dire a tutti che la pietra è stata spostata, che ci si può formare per un futuro migliore, che il lavoro non è solo oppressione e fatica, ma anche dignità e speranza; che per i giovani, così come per gli adulti, è preparato un mondo nuovo in cui possono abitare gli angeli e dove la luce non è in fondo al tunnel, ma inonda ogni attimo e ogni angolo.

Vogliamo farci voce di speranza e di preghiera, perché il Cristo Risorto illumini tutti i popoli, allontani la guerra, tolga la disperazione, offra fratellanza, faccia intuire che anche nella sofferenza e nella morte vi è un senso, un futuro che sa di Paradiso.

Vogliamo come don Bosco sperare oltre ogni speranza, lavorare oggi perché domani sia un giorno in cui possiamo metterci insieme e nella pace vivere da figli di Dio, con tutta la dignità e la bellezza che questo porta con sé.

Tornate angeli a annunciare che il sepolcro non è più luogo di cadaveri, ma testimonianza di vita.

La pietra è stata spostata, Cristo è risorto!

Buona Pasqua a tutti!

don Alberto Martelli