L’innovazione tecnologica nell’ambito della formazione è un argomento molto attuale: ciclicamente si propongono piattaforme, tecnologie e strumenti che dovrebbero “rinnovare” il modo di insegnare, ma molto spesso i risultati sono scadenti, approssimativi o semplicemente nulli, quando non diventano addirittura controproducenti.
A partire dalla formazione a distanza (e-learning) fino ad arrivare alla Lavagna Interattiva Multimediale (LIM), si è cercato di introdurre le tecnologie nel processo didattico al fine di innovare o quantomeno di restare al passo con i tempi, purtroppo però, a parte le dovute eccezioni, i risultati non sono stati certo rivoluzionari.
Certo non è assolutamente facile coniugare tecnologie e materie umanistiche, Internet e le istituzioni scolastiche, soprattutto perchè chi è tecnico parla una lingua molto diversa da chi non lo è , e chi si occupa di formazione e/o di materie umanistiche, considera la tecnologia superflua, difficile ed a volte persino dannosa.
Ho seguito con grande interesse l’evento del 19 Gennaio da parte di Apple nell’ambito dell’educazione e la frase che riassume meglio tutto l’evento è stata:”i giovani hanno in realtà una grande voglia di imparare, solo che non hanno voglia di andare a scuola!”.
Questa semplice frase, che può sembrare addirittura banale, sottende due concetti che sono invece fondamentali:
1) non è vero, come spesso si sente dire da insegnanti, genitori ed istituzioni che i giovani non hanno interesse ad imparare, anzi!
2) la scuola viene percepita dai giovani come un luogo che non insegna abbastanza, o che non insegna cose utili nella vita.
Mi vengono in mente scenari dove quella povera insegnante di lettere, prossima alla pensione, è costretta a reiventarsi insegnate di informatica, così aramata di tanta buona volontà e senso del dovere, dopo ore di autoapprendimento fatte la sera, entra nell’aula di informatica e davanti a 20 quindicenni che hanno già alle spalle numerose ore di uso del computer, e si ritrova a spiegare l’uso di Microsoft Word: vi lascio immaginare i disastrosi risultati, sia per gli studenti che per la malaugurata insegnate.
In un epoca dove gli adolescenti hanno tutta Internet sempre a disposizione nella propria tasca, probabilmente l’innovazione didattica che la scuola deve offrire è instillare la motivazione di apprendere, a dibattere, ed ad utilizzare consapevolmente gli strumenti che già possiedono.
In questo panorama, l’informatica è evidentemente diventata il perno attorno al quale ruota l’apprendimento, sempre meno è una disciplina specifica e sempre di più diventa una materia trasversale, tanto da poterla definire una Cultura digitale, piuttosto che una questione tecnica.
In particolare, la parola informatica evoca inconsciamente altre due parole: computer ed internet.
Chi non ha mai sentito dire :”Tutti un giorno useranno i computer, sempre di più e per fare qualsiasi cosa”. Lo si ripeteva come un mantra negli anni ottanta e novanta, era stato lo sloogan di Bill Gates, che diceva “voglio portare un computer su ogni scrivania. Oggi qualcuno immagina che questo sia ancora vero, che il processo sia inarrestabile, non rendendosi conto che il computer su ogni scrivania ce l’abbiamo già, anzi l’abbiamo già avuto, poi si è passati ad un computer sulle ginocchia, e poi un computer in tasca! Qualcuno ha già definito l’attuale situazione come l’era del Post-Desktop, ovvero l’epoca dove il Personal Computer così come lo conosciamo si ridurrà drasticamente, lasciando spazi a nuovi dispositivi per l’accesso ai servizi ed alle informazioni. Per chi si fosse appena adesso abituato a ripetere che bisogna imparare ad usare il computer, per chi ritenesse ancora che il telefono deve solo telefonare e che non ha bisogno di tutte le altre funzioni, sarà sufficiente dare un occhiata a qualche dato: nel 2011 TUTTI i produttori di personal computer(Desktop e notebook), hanno visto calare le vendite fino al 20%, mentre le vendite di smartphone (telefoni con accesso ad Internet) continuano a salire vertiginosamente di mese in mese, oltre ad una serie nuova di dispositivi intermedi come i tablet che saranno sempre più presenti.
In questo scenario, come può la scuola restare al passo coi tempi?
Prendere coscienza
Anzitutto prendendo coscienza dello scenario stesso, mettendo da parte le paure, le nostalgie e smettendo di incolpare le nuove generazioni degli scarsi risultati. Questi cambiamenti hanno in comune un fattore essenziale: l’esperienza! Per parlare di un argomento è necessario non solo conoscerlo, ma anche averlo provato, sperimentato: accettereste che qualcuno vi insegni a guidare un automobile se sapeste che quella persona non ha mai guidato prima?
Esperienza anzitutto
Ecco, l’informatica e le sue applicazioni sono ambiti dove l’esperienza diretta conta molto di più della teoria, ma allora perchè chi non ha mai adoperato un tablet si permette di dare giudizi? perchè chi parla del fenomeno facebook, non ha nemmeno mai fatto un accesso? e per quale motivo un adolescente dovrebbe credere alle parole di un insegnante che parla di cose che non conosce e molto spesso ne da giudizi negativi fuori contesto?
Contenuti
Un elemento che da sempre è stato al centro del processo di apprendimento a scuola è senza dubbio il libro di testo. Ma accanto ai tomi più importanti e basilari, molto spesso gli insegnanti creano delle proprie dispense, come nel caso della formazione professionale, che sono sia un compendio alla lezione, sia dei veri e propri materiali didattici strutturati: la cosa ottimale sarebbe dare degli strumenti ai docenti semplici da usare per creare dei libri di testo per completare, approfondire e, in alcuni casi, anche a sostituire i “vecchi” libri di testo.
Licenze
Parlando di contenuti poi, non si può non parlare di licenze: nell’ambito dei libri di testo canonici, tanto digitali quanto cartacei, vige una stretta logica del copyright, che impedisce qualunque riproduzione degli stessi. Dall’altro lato, prelevare testi ed immagini da Internet è così facile ed immediato, che spesso nemmeno ci si preoccupa se stiamo facendo una cosa legale o meno.
– Contenuti
– Licenze
– Distribuzione
– Dispositivi