Didattica e formazione alla “Consensus conference”: la mia testimonianza

Roma, 12 Novembre 2015, ore 09.30.

Leggo il fitto programma della “Consensus conference sull’educazione digitale”, mentre, tra strette di mano e vecchi amici, cerco posto nella grande sala congressi di Via della Pisana.

IMG_1331Luigi Cotichella, il moderatore della giornata, prende il microfono, saluta i partecipanti  ed aggiunge senza falsa modestia: “Questo convegno avrà delle conseguenze… Il successo della giornata dipenderà dalla voglia che ciascuno di voi avrà di farsi coinvolgere.” Parole forti.

Si inseguono gli sguardi dei presenti lungo le file delle poltrone.

Tutto il mondo della formazione è qui: lo staff direttivo della Federazione CNOS FAP ha fatto le cose in grande!

Siamo ancora nell’anno bicentenario di Don Bosco”, continua il presentatore. “Voi lo sapete, diventato prete, avrebbe potuto trascorrere una vita serena, fare il parroco e vivere IMG_1328un’esistenza tranquilla e pacifica. Ed invece no, ha scelto altro, ha scelto di andare avanti, di andare oltre. Oggi, per noi, con l’era digitale, vale la stessa cosa: potremmo far finta di niente e proseguire con la nostra didattica tradizionale oppure dare ai giovani gli adeguati strumenti per abitare il mondo di domani. Se tutto ciò non verrà da noi, noi che facciamo formazione, beh allora rimarrà lettera morta”.

Già, cosa avrebbe detto Don Bosco di tutta questa rivoluzione digitale, della formazione legata alle nuove tecnologiche? Ai suoi tempi non c’erano certo i computer. Ma se a metà ottocento i giovani avessero avuto in tasca uno smartphone che cosa avrebbe detto Lui a riguardo?

Semplice: “Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi”. Nulla di più attuale.

In fondo a pensarci bene era lui il primo e più grande appassionato di tecnologie innovative. Ricordate l’Expo di Torino alla fine dell‘800? Le macchine da stampa più innovative erano proprio quelle di Don Bosco! E non a caso: quale tecnologia avrebbe meglio favorito l’educazione e la formazione dei giovani se non quella tipografica?

Il digitale sta alla cultura di oggi come la stampa stava all’informazione di un tempo. Quindi non possiamo tirarci indietro.

Ci penso a lungo. Ora che il convegno è finito e che questo viaggio verso Torino mi riporta a casa, sono rimasto profondamente e positivamente colpito dalle mille idee, dai tanti progetti e dai grandi risultati finora raggiunti dalle tecnologie nella formazione.

A pensarci bene (e i viaggi in treno stimolano i ragionamenti, quando riesco a star zitto!) a Don Bosco non è bastato certo far nascere l’Oratorio di Valdocco, far giocare i ragazzi e far loro catechismo.

Ha preteso di insegnar loro un mestiere che avrebbe dato loro dignità se esercitato con passione.

Ha preteso di insegnar loro a leggere e scrivere. Ha dato loro le migliori macchine esistenti per formarsi.

Ha preteso di raccontare al mondo intero cosa faceva nel suo oratorio stampando in proprio il Bollettino Salesiano e divulgandolo in tutto il mondo.

Ha preteso e c’è riuscito. E tutto questo senza mai dimenticarsi di avvicinare i giovani ai sacramenti e alla fede cristiana.

Ebbene nel loro campo anche i Salesiani del CNOS FAP, con i loro 67 centri di formazione, 1400 dipendenti, distribuiti in 16 associazioni regionali, hanno seguito le orme di Don Bosco e non si sono accontentati. E così tre anni fa si è dato inizio al Progetto iCNOS.

I primi insegnanti formati hanno tracciato le regole per l’introduzione del digitale nella didattica, hanno prodotto i primi materiali da erogare ed hanno costruito il metodo didattico con la medesima filosofia di Don Bosco: passo dopo passo il formatore, deve accompagnare l’allievo, standogli sempre accanto per curarne la crescita professionale e non solo!

EIMG_1327 allora ecco cosa è successo al Salesianum nella “Consensum Conference”: si è chiuso un cerchio. Le idee e le esperienze di tre anni di sperimentazione iCNOS, sono state raccolte in un progetto maturo e completo corredato da un solido metodo didattico, un portale (il bazar) con i prodotti realizzati dai formatori per i formatori, dai ragazzi per i ragazzi, dai ragazzi per i formatori, dai formatori per i ragazzi. Un luogo per condividere: dal manuale tecnico per implementare la rete, ad una “APP” gratuita per condividere le APP da usare nella didattica, alla tecnologia per gestire anche molti “tablet” connessi alla rete locale.

Già perchè didattica digitale vuol dire usare tutte le tecnologie: gli ipad, la lavagna con i gessetti colorati e il libro di testo.

“Ma non sarà un gran casino tra “la flipped classroom” ed “il cooperative learning?”: vi domanderete.

Beh, avete mai sognato di evitare di intimare ai vostri allievi “Spegni il cellulare che dobbiamo fare lezione?” Ecco, ora per esempio, potreste invitarli ad accendere il cellulare ed iniziare con loro un’esperienza nuova con uno strumento molto familiare: “oggi faremo lezione partendo da una semplice ricerca su internet che ci servirà per arricchire i contenuti del libro di testo ed aggiornarli con le ultime ricerche in materia di componenti biodegradabili…”

Non vi piacerebbe?

A me si, tantissimo!

Certo integrare internet, didattica e formazione professionale non è uno scherzo. Ma chi come me ha potuto partecipare al seminario, la prima “Consensus Conference sul paradigma dell’educativo digitale in Italia”, ha scoperto come tutto ciò sia possibile e come sia assolutamente entusiasmante.

Ora, al di là degli strumenti, delle tecnologie, di Linux o Yosemite, di Apple o Android , di Mac o pc, ho capito che per il bene dei nostri allievi, che sono più che nativi digitali, se vogliamo instaurare una relazione non possiamo che fare uno sforzo epocale, che ci costringerà a mettere in discussione tutte le teorie, per ricomporle e connetterle con ciò che è il web oggi e quello che verrà domani. Avevamo bisogno di un modello educativo digitale ed il CNOS FAP lo ha progettato, realizzato, sperimentato.

Si avvia ora a metterlo a sistema e le sue “linee guida”,  viste oggi, sono davvero una “scossa sismica” al nostro sistema formativo.

Nino Gentile